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Giaccardi: un nuovo umanesimo digitale è possibile   versione testuale

Seppure con “qualche cautela”, dal continente digitale emergono “buone notizie”. Lo ha detto Chiara Giaccardi, docente di sociologia della comunicazione di massa all’Università Cattolica di Milano, illustrando i dati della ricerca “Relazioni comunicative e affettive dei giovani nello scenario digitale”. Nonostante il rischio che “le cerchie si costruiscano sulla base della similitudine e dell’affinità lasciando fuori tutto ciò che è altro” e che non si riesca “ad articolare la dimensione del proprio con quella del pubblico, in vista della partecipazione a una società civile digitale”, appare “praticabile la possibilità di un nuovo umanesimo digitale”.
Esiste infatti una “netta continuità tra dimensione offline e online della relazione: non si costruiscono mondi paralleli, in rapporto problematico tra loro (surrogato, sostituzione), ma esiste un unico spazio reale di esperienza, diversamente articolato, e unificato dalle pratiche e dalle relazioni”, ha spiegato la curatrice della ricerca. Dall’indagine inoltre emerge “una individualità relazionale”. L’individuo, ha sottolineato la prof. Giaccardi, “non è assolutizzato, né assorbito nel gruppo, ma costituisce relazionalmente la propria identità, attraverso una gestione misurata delle proprie tracce identitarie, nella relazione con gli altri”. “Non è quindi l’ambiente tecnologico che determina i modi delle le relazioni, ma è la relazione che dà forma all’ambiente, unificando spazi diversi in un unico mondo relazionale”, ha aggiunto.
Lo studio mette in luce una tendenza a “comportamenti orientati all’armonia piuttosto che al narcisismo”, ma anche “una capacità di far durare le relazioni, di stabilizzare i luoghi comuni dell’incontro, di custodire le memorie e aprirsi alle potenzialità del futuro” e una volontà di “condividere, accompagnarsi a vicenda sia nei momenti di passaggio, sia nella quotidianità”. In definitiva, i giovani digitali valorizzano “la tessitura di uno spazio comune e creano le condizioni di possibilità di una gratuità”, parlano di sé con fiducia e riconoscono che “non si è autosufficienti, che si ha bisogno degli altri”. (S.C.)
 
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