Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell'era crossmediale. Roma, dal 22 al 24 aprile 2010. vai al contenuto
Presentazione 
La ricerca “Relazioni comunicative e affettive dei giovani nello scenario digitale” è una ricerca antropologica sotto il triplice profilo dell’approccio, del metodo e dell’obiettivo.
Dell’approccio, perché non presuppone una separazione di mondi (reale e virtuale), ma parte dalla consapevolezza che soprattutto le giovani generazioni si muovono in un unico ambiente di cui i media, vecchi e nuovi, sono parte costitutiva e integrata: si è cercato di capire, quindi, come all’interno di questo ambiente si mettano in atto forme di “adattamento creativo”, in funzione dei propri bisogni, ma anche quali sono i limiti e le ambivalenze che emergono. Abbiamo di conseguenza privilegiato un approccio non ”mediacentrico”, cioè non focalizzato prima di tutto sulle caratteristiche delle diverse piattaforme tecnologiche, ma centrato sulle pratiche dei soggetti, sui diversi modi in cui i ragazzi si muovono nell’ambiente, organizzano spazi e tempi, attraversano continuamente i confini tra online e offline, mantenendo, come è risultato evidente dall’analisi, i due livelli in continua relazione, anziché in opposizione, e così facendo dando forma all’universo digitale.
E’ stato perciò adottato, come più “sensibile” per ricostruire tali pratiche, un metodo di tipo qualitativo, basato su lunghe interviste nelle quali sono emerse le personali valutazioni e interpretazioni di chi in questo ambiente si muove, costruisce la propria identità, alimenta e mantiene vive le proprie relazioni, condivide vissuti e scambia conoscenze e materiali. E’ stato anche interessante ricostruire i diversi significati che le diverse piattaforme assumono, in relazione al sé ma soprattutto alle relazioni: l’”orografia” del continente digitale è apparsa molto variegata e in continuo mutamento.
Infine, l’obiettivo è stato quello di rintracciare, dentro questo contesto ipertecnologico, i possibili presupposti per un nuovo umanesimo: la capacità di piegare la tecnologia alle esigenze relazionali, e in generale la centralità della relazione (anche rispetto alla dimensione individuale) rappresentano senz’altro, pur con alcune ambivalenze che abbiamo cercato di sottolineare, un terreno fecondo per promuovere lo sviluppo dell’integrità della persona e la fratellanza tra gli esseri umani anche nel nuovo ambiente, e per poter trasformare le reti digitali in “reti di carità”.
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